I due esperti avevano considerato una popolazione "ideale", ovvero una popolazione in cui:
venerdì 31 maggio 2013
LA MESOPOTAMIA: UN ESEMPIO DI ECCEZIONE
L'equilibrio di Hardy-Weinberg presenta, però, un punto debole.
lunedì 27 maggio 2013
LA GENETICA DI POPOLAZIONI
Finalmente basta con esperimenti con piselli e moscerini.. ora (anche se siamo ormai alla fine dell'anno) studieremo l'evoluzione genetica degli organismi non più singolarmente, ma in gruppo, tutti insieme.
lunedì 20 maggio 2013
LE SCOPERTE DI MORGAN
All'inizio del ventesimo secolo salì alla ribalta un nuovo scienziato: Thomas Hunt Morgan.
Morgan sarebbe diventato uno dei più grandi scienziati al mondo grazie ai suoi studi sulla "Drosophila Melanogaster", comunemente chiamato "il moscerino della frutta".
domenica 19 maggio 2013
LYSENKO E LE SUE "IDEE"
Non ci ha detto altro, come a dire: "Andate sul web che ci sono delle cose interessanti su di lui".
Ovviamente sono andato a cercare e sono rimasto impressionato da quello che ho scoperto.
L 'INTUIZIONE DI SUTTON
Walter Sutton rappresenta una delle personalità più importanti del mondo delle scienze, anche se non lo conoscevo finchè il mio prof di Biologia non mi ha parlato dei suoi studi.
Studiando la produzione di gameti delle cavallette (ma il più bel passatempo deve ancora arrivare) e grazie ai progressi della microscopia, riuscì a comprendere alcuni aspetti estremamente interessanti.
Egli realizzò che i cromosomi non erano singoli, ma disposti a coppie e che i cromosomi di ogni coppia avevano caratteristiche simili.
Con questi dati cerco di trovare un collegamento con le leggi di Mendel e con i suoi esperimenti riuscì a legare l'ereditarietà con i cromosomi della cellule.
Sutton scoprì che i due alleli di un unico gene stavano su cromosomi omologhi e che, quindi, con la meiosi un gamete poteva contenere solo uno dei due alleli; da ciò si può dedurre che gli alleli si possono ricombinare in modo diverso dando vita a nuove combinazioni per ogni carattere.
Studiando la produzione di gameti delle cavallette (ma il più bel passatempo deve ancora arrivare) e grazie ai progressi della microscopia, riuscì a comprendere alcuni aspetti estremamente interessanti.
Egli realizzò che i cromosomi non erano singoli, ma disposti a coppie e che i cromosomi di ogni coppia avevano caratteristiche simili.
Con questi dati cerco di trovare un collegamento con le leggi di Mendel e con i suoi esperimenti riuscì a legare l'ereditarietà con i cromosomi della cellule.
Sutton scoprì che i due alleli di un unico gene stavano su cromosomi omologhi e che, quindi, con la meiosi un gamete poteva contenere solo uno dei due alleli; da ciò si può dedurre che gli alleli si possono ricombinare in modo diverso dando vita a nuove combinazioni per ogni carattere.
Fonti: il mio libro di biologia
Wikipedia
50 anni di DNA
giovedì 16 maggio 2013
LE ECCEZIONI ALLE LEGGI DI MENDEL
Il nostro carissimo monaco Gregor morì nel 1884, probabilmente deluso poichè sulla terra nessuno scienziato aveva capito le sue idee.
Tuttavia, con il passare degli anni, molti scienziati tentarono di ripercorrere il cammino fatto dal monaco e nel 1902 il biologo olandese Hugo de Vries scoprì che la trasmissione ereditaria dei caratteri non avveniva in modo perfetto e delineato come dimostrato da Mendel. L'olandese notò che in alcuni casi si mostrava un carattere che non si era mai presentato; egli, a questo punto, introdusse il concetto di Mutazione come variazione casuale che può essere vantaggiosa oppure svantaggiosa.
In seguito furono trovate altre eccezioni alle leggi di Mendel.
Una di queste è il fenomeno della "Dominanza Incompleta" in cui l'organismo eterozigote non mostra (come affermano le leggi di Mendel) il carattere dominante, ma un fenotipo intermedio.
Altra eccezione è la "Codominanza", ovvero il fenomeno in cui i due alleli di un gene mostrano entrambi i fenotipi degli organismi omozigoti (ad esempio i gruppi sanguigni).
In seguito furono trovate altre eccezioni alle leggi di Mendel.
Altra eccezione è la "Codominanza", ovvero il fenomeno in cui i due alleli di un gene mostrano entrambi i fenotipi degli organismi omozigoti (ad esempio i gruppi sanguigni).
lunedì 13 maggio 2013
LE TRE LEGGI DI MENDEL
Per studiare la trasmissione dei caratteri alla discendenza il nostro monaco fece degli esperimenti utilizzando diversi tipi di piante di pisello allora in commercio.
Ora sicuramente il vostro cervello avrà formulato questa domanda: "Ma tra quelle trecentomila e più piante che si trovano sulla faccia della terra, perchè proprio utilizzare le piante di pisello?".
La scelta di Mendel non è casuale, ma voluta e studiata; infatti le piante di pisello erano facilmente sterilizzabili e possedevano dei caratteri evidenti e distinguibili.
Prima, però, dobbiamo fare delle premesse.
Mendel non conosceva ne il DNA ne i cromosomi, ma sapeva che, per ogni carattere, vi erano due coppie di geni (alleli) dei quali uno si mostrava (dominante) e l'altro no (recessivo). In seguito venne chiamato Genotipo l'insieme del corredo genetico di un individuo, mentre l'insieme di caratteri che l'individuo manifesta è detto Fenotipo.
Egli fece i propri esperimenti nella sua abbazia (mentre magari i suoi confratelli lavoravano tutto il giorno) e, dopo otto anni e circa 28000 piante di pisello, formulò le sue leggi:
- LEGGE DELLA DOMINANZA: tra due organismi che differiscono per una coppia di alleli, si ottengono individui che mostrano solo il carattere dominante.
- LEGGE DELLA SEGREGAZIONE: ogni individuo possiede coppie di fattori per un'unità ereditaria e i membri della coppia si dividono per la formazione dei gameti.
- LEGGE DELL'ASSORTIMENTO INDIPENDENTE: gli alleli su cromosomi non omologhi si dispongono casualmente nei gameti, dando origine a nuove combinazioni.
Fonti:
Il mio libro
Teacher's Domain.
sabato 11 maggio 2013
CHE FURBETTO QUESTO MENDEL
Le sue tre leggi rappresentano il cardine della genetica odierna anche se vi sono alcuni "sospetti" riguardanti la riuscita dei suoi esperimenti.
Mendel nacque nell'attuale Repubblica Ceca dove studiò le sue materie preferite (matematica, fisica e biologia) e divenne monaco agostiniano e abate dell'abbazia di Brno dove ricoprì l'incarico di professore.
Proprio in questa abbazia Mendel si dedicò ai propri esperimenti sulle piante di pisello per studiarne l'ereditarietà dei caratteri. Mendel era meravigliato dei suoi risultati e convocò un gruppo di 40 scienziati provenienti da tutto il mondo per mostrate il proprio lavoro. Purtroppo per il nostro monaco nessuno riuscì a comprendere il suo lavoro (forse diffidavano dei suoi esperimenti e non avevano tutti i torti).
Nonostante ciò il nostro monaco non si rassegnò e fece stampare 40 copie del proprio lavoro (gratuite) che inviò a tutti gli scienziati più celebri dell'epoca; nonostante questo tentativo nessuno gli diede ancora ascolto.
Ora vi starete chiedendo: cosa può aver mai fatto di male un così bravo monaco che nessuno ascoltava?
Vi spiegherò tutto.
Si da per certo che Mendel avesse modificato i risultati dei propri esperimenti in modo da ottenere quelli che voleva e che, inoltre, avesse fatto passare sotto silenzio (o addirittura eliminato) alcuni risultati molto strani che egli aveva ottenuto.
Sicuramente non sarà a livello dei due strozietti Watson e Crick (per chi ne volesse sapere di più qui), ma anche Mendel non è stato un modello di fair-play nel mondo delle scienze.
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