Bruno Pontecorvo |
Di freddo non c'è proprio niente ed è questo che, a mio parere, rende un libro bellissimo, ovvero che ci sembra talmente reale che noi, inconsapevolmente, immaginiamo ogni avvenimento della vicenda durante la lettura e ci sentiamo coinvolti in prima persona.
"Il lungo freddo" è un libro scritto da Miriam Mafai, celebre giornalista italiana scomparsa nel 2012, che ha voluto celebrare uno dei più importanti scienziati dell XX secolo: Bruno Pontecorvo.
Bruno Pontecorvo nasce a Marina di Pisa nel 1913 in una famiglia di imprenditori ebrei non praticanti in cui nacquero 6 fratelli e 2 sorelle. In famiglia Bruno è un bambino giocoso che impara molto in fretta ad obbedire e viene definito dalla madre il "più buono in famiglia", ma non il più intelligente.
Nonostante ciò Bruno non si scoraggia e, dopo aver scoperto la propria passione per la fisica, si iscrive alla facoltà d'ingegneria a Pisa e, dopo due anni, viene ammesso al terzo anno della facoltà di fisica a Roma, dove la cattedra è occupata dal celeberrimo Enrico Fermi.
Enrico Fermi |
Fermi è stato uno dei più grandi scienziati della storia della fisica e viene considerato, giustamente, un idolo dal giovane Bruno; questa frase può rendere bene l'idea: "Fermi era un uomo normale tanto da apparire banale. Salvo un particolare: era un genio. E quando parlo di un genio intendo proprio un genio, come Dante Alighieri e Bach".
Bruno, grazie alle propria abilità e passione, riesce a entrare nel gruppo di Via Panisperna, il gruppo di ricerca a cui capo vi è proprio Enrico Fermi. In questo gruppo Bruno viene soprannominato il "cucciolo" per via della giovane età ed egli, insieme agli altri ricercatori, riesce a portare a termine il celebre esperimento sui neutroni lenti che sarà la base per i primi esperimenti della fissione del nucleo atomico.
Nonostante ciò Bruno è molto sorpreso dal fatto che i fisici del gruppo non si interessino proprio della politica: si può non essere interessati, ma se Mussolini prende il potere e instaura una dittatura, mentre Hitler si sta preparando a combattere qualcuno potrà dire qualcosa?
Il Cremlino a Mosca |
Nonostante ciò il tempo scorre veloce in via Panisperna, fino al 1936 quando anche in Italia gli Ebrei cominciarono ad essere perseguitati. La famiglia Pontecorvo è costretta a dividersi e Bruno si rifugia a Parigi dove lavorò fino al 1940 presso l'istituto di Joliot Curie.
A Parigi Bruno entra in contatto anche con alcuni membri del partito comunista che, attraverso comizi, invocano la libertà nel mondo. Bruno è talmente affascinato dalla loro opera di opposizione al fascismo che nel 1939 lo scienziato ottiene la tessera del partito.
I suoi studi a Parigi terminano nel 1940 quando i Nazisti stanno per conquistare Parigi.
Bruno si rifugia negli USA, paese neutrale durante la prima parte del conflitto, dove riesce ha ottenere informazioni sul fatto che gli scienziati più importanti del mondo si stanno riunendo in una località segreta (Los Alamos) per costruire l'arma più potente del mondo: la bomba atomica.
In quel gruppo vi è anche Enrico Fermi che non riesce a far entrare nel "Progetto Manhattan" Bruno, poichè egli non viene considerata una persona affidabile dagli Americani (è un comunista e potrebbe dare informazioni all'URSS).
Così Bruno venne trasferito prima a Tulsa e poi in Canada dove avviò i suoi studi sui raggi cosmici e i neutrini.
Intanto nel 1945 gli alleati vincono la guerra e gli USA sganciano le 2 bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki ( "Little Boy" e "Fat Man" ).
Con lo scoppio delle bombe atomiche americane incomincia il periodo della guerra fredda, lungo 40 anni, in cui USA e URSS si organizzano in una corsa agli armamenti senza precedenti.
Bruno, intanto, viene chiamato in Inghilterra per collaborare alla progettazione della prima atomica inglese.
La cittadina di Dubna oggi |
Poi nel 1950 Bruno; dopo le vacanze in Italia, non ritorna più in Inghilterra, ma fugge in URSS.
Egli crede di essere giunto nel "paese perfetto", dove potrà portare avanti le sue ricerche e aiutare a diffondere l'ideologia comunista. Bruno non ha mai dato motivazioni sulla fuga: alcuni credono sia stato il fatto che fosse una spia, oppure "la caccia alle streghe" nell'occidente.
Nonostante ciò Bruno viene inviato a Dubna, il centro di ricerche più importante dell'URSS, mentre in occidente si teme che egli possa rivelare segreti sulla bomba atomica, anche se l'URSS sapeva già come costruirla.
Bruno è contento di essere in URSS, ma, nel giro di 20 anni, la situazione cambierà.
Per 5 anni Bruno non può fare apparizioni in pubblico, le sue teorie sui neutrini non vengono divulgate, non vincerà il Nobel perchè gli Americani non vogliono che lo vinca un cittadino sovietico come Bruno e l'URSS non sembra proprio il paese che Bruno aveva sognato.
Gli avvenimenti che hanno segnato il cambiamento ideologico di Bruno sono sostanzialmente 2: la "Primavera di Praga" e il caso Lysenko (ve lo ricordate?).
Bruno, ormai, capisce che questa non è libertà e riesce a ottenere solo dopo 30 il passaporto per fare delle vacanze in Italia.
Morirà a Dubna nel 1993, senza aver mai vinto un premio Nobel e malato del Morbo di Parkinson.
Questo libro dimostra come la politica influenzi (anche oggi) la ricerca scientifica.
Bruno Pontecorvo è stato uno dei più grandi Scienziati del XX secolo, ma non è mai salito alla ribalta perchè è vissuto in uno stato dove le idee del popolo contano un miliardesimo rispetto a quelle della dittatura.
La scienza sarà sempre influenzata dal potere.
Questa frase rende bene l'idea: "Non è possibile fare ricerca senza una qualche compromissione con il potere".
Citazione di Bruno Pontecorvo
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